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Mansoor Hashemi Khorasani
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Di recente, nel campo degli studi Islamici è stato pubblicato un libro seminale intitolato Ritorno all’Islam di “Mansoor Hashemi Khorasani” che introduce un nuovo approccio nei confronti degli insegnamenti Islamici, ed ha provocato diverse reazioni tra gli intellettuali in alcuni paesi Islamici. Il contenuto di questo libro, scritto in modo accademico e ragionato, basato su certezze Islamiche e fatti ben noti a tutti i musulmani delle diverse sette, è una critica della comprensione ufficiale e comune dell’Islam e presenta una comprensione di esso distinta e trans-settaria, chiamato l’Islam puro e perfetto.

In questo libro, l’autore spiega in primo luogo il criterio della cognizione e considera la necessità, l’unità e l’autoevidenza come le sue tre caratteristiche. Dopo molti studi, egli introduce l’intelletto come il suo esempio e sottolinea che tutte le cognizioni devono inevitabilmente portare all’intelletto. Certo, egli considera l’intelletto diverso dalla filosofia e crede che il criterio della cognizione sia l’intelletto razionale e non l’intelletto filosofico. Inoltre, egli considera la millenaria disputa tra gli Ash’ariti e gli Adliyyah riguardo alle basi dell’Husn e del Qubh, cioè del bene e del male, come una disputa verbale dovuta alla loro disattenzione alla natura dei comandamenti e dei divieti di Dio, che sono creazionali e legislativi, e crede che l’intelletto e la religione siano entrambi le azioni di Dio, e che ci sia un’unità essenziale tra le azioni di Dio, e non ci sia nessuna contraddizione né conflitto tra di essi.

In seguito, egli spiega gli impedimenti alla cognizione, citando l’ignoranza, l’imitazione, le passioni, la mondanità, il pregiudizio, l’arroganza e il superstizionismo come gli esempi più importanti di essi, ed al loro interno, discute la patologia storica delle credenze e delle azioni dei musulmani, ne critica i loro fondamenti intellettuali fin dalla scomparsa del Profeta, pace e benedizioni di Dio su di lui e sulla sua famiglia, inoltre spiega e rintraccia anche le comuni bid’ah, deviazioni, sofferenze e problemi del mondo Islamico.

In una parte del suo libro, egli considera la mancanza di una corretta e perfetta conoscenza dell’Islam da parte dei musulmani come la causa più importante dei loro disaccordi e delle loro deviazioni, per la quale menziona vari fattori ed origini. Egli afferma anche che la loro mancanza di una corretta e perfetta conoscenza l’un dell’altro e dei loro nemici, siano altre due cause dei loro disaccordi e deviazioni.

Una delle importanti questioni che è stata contestata in questo libro è l’imitazione. L’autore considera l’imitazione dei predecessori e l’imitazione dei governanti oppressivi, nel senso di seguirli, come causa del declino della cultura Islamica, ed afferma che l’insurrezione dei musulmani contro i governi tirannici e degli stati clienti sia legittima, anche se dichiarano di essere Islamici; poiché non solo non riconosce l’imitazione dei non credenti, nel senso di seguire idee e modelli non Islamici, come la causa del progresso materiale e mondano dei musulmani, ma la considera come la causa della caduta della loro cultura e civiltà. Inoltre, egli ritiene scorretto imitare la maggioranza delle persone, e dopo aver confutato la validità del consenso e della fama come fonti religiose, a causa della loro natura congetturale, critica teoricamente la democrazia e dimostra che è inefficace, soprattutto nelle società in cui l’intelletto della maggioranza delle persone non si è sviluppato a sufficienza.

Egli nega anche l’imitazione degli studiosi, perché è basata su congetture che non hanno autorità nell’Islam, e la considera una delle cause dei disaccordi tra i musulmani da lungo tempo. Egli ritiene che l’Ijtihad inteso nell’uso comune, nel senso di dedurre le sentenze da prove congetturali, non sia valido a causa dell’invalidità della congettura nell’Islam, e ritiene necessario trovare un altro modo per raggiungere la certezza.

L’autore poi critica in modo fondamentale la teoria della tutela assoluta del giurista Islamico e la considera un’esagerazione nei confronti degli studiosi e ne esclude la possibilità da un punto di vista razionale; perché, secondo l’autore, l’obbedienza incondizionata a qualcuno che può, volontariamente o meno, comandare ingiustamente è contraria alla legge dell’intelletto e della religione. Inoltre, come conseguenza del credere nella tutela assoluta del giurista Islamico, egli ritiene che l’obbedienza incondizionata a persone fallibili ed il conferire loro l’autorità di persone infallibili siano di solito la fonte di varie fitnah e grandi corruzioni, come la tirannia politica, e considera ciò come un’altra ragione a favore della necessità di evitare questa credenza. Certo, è chiaro che questo punto di vista critico dell’autore, sebbene abbia suscitato forti reazioni politiche e di sicurezza in alcuni paesi sciiti, specialmente in Iran, sia anche un punto di vista completamente accademico, simile ai punti di vista dei loro grandi e famosi studiosi, come Sheikh al-Ansari, Akhund al-Khorasani and Abu al-Qasim al-Khoei, e che quindi non abbia alcun orientamento politico o anti-sicurezza.

Successivamente, l’autore considera il superstizionismo come un fattore influente sulle credenze e le azioni dei musulmani, e critica alcuni Sufi per averlo promosso, affermando che hanno avuto un ruolo importante nel diffondere l’irrazionalismo e la religiosità emotiva e poetica tra i musulmani. Egli denuncia anche molti poeti per aver composto poesie belle ma scorrette che sono contrarie agli insegnamenti dei Profeti, e li considera, come gli stregoni, rivali e nemici dei Profeti che impediscono alle persone la via di Dio per mezzo di “Zukhruf al-Qawl” e “Lahw al-Hadith”.

Un’altra questione fondamentale ed importante che Mansoor Hashemi Khorasani ha affrontato nel suo distinto e polemico libro Ritorno all’Islam, è la questione del governo Islamico. Dal suo punto di vista, il governo sulle persone spetta solo a Dio, e nessuno tranne Lui ha il diritto di governare su di loro, ed Egli attua il Suo governo nominando un deputato o il cosiddetto “Califfo”. Pertanto, la base per la formazione del governo Islamico e la sua legittimità politica è il permesso specifico e definito di Dio, che non esiste per nessuno degli attuali governanti nel mondo Islamico, e quindi, nessuno dei loro governi è attualmente un governo Islamico. Egli afferma che il governo Islamico necessita di un sovrano che è nominato da Dio in modo specifico e definitivo, e considera questa necessità come uno dei principi ovvi ed essenziali nell’Islam e nelle altre religioni abramitiche, e crede che non ci sia spazio per una discussione al riguardo. Ovviamente, a differenza di tutti gli studiosi musulmani di tutte le sette Islamiche, l’autore ritiene possibile per le persone aver accesso ad un tale sovrano e che il motivo della loro mancanza di accesso ad un tale sovrano, contrariamente alla loro credenza popolare, non sia la saggezza di Dio, ma la loro colpa nel fornire le condizioni necessarie per accedere a lui, ed ogni volta che loro soddisfano queste condizioni in un processo del tutto normale e convenzionale, il loro accesso a lui sarà realizzato. Di conseguenza, la loro mancanza di accesso a lui non è una scusa per scegliere un sovrano diverso da lui; perché da un lato, considerando la possibilità del loro accesso al sovrano nominato da Dio, non c’è necessità di scegliere un altro sovrano, e dall’altro, la loro mancanza di accesso a questo sovrano è dovuta alla loro stessa colpa, e quindi, non può essere giustificata come scusa per scegliere un altro sovrano, anche se sembrano non avere scelta. In base a ciò, il governo Islamico è possibile solo con la sovranità del Califfo di Dio sulla terra, e la sovranità del Califfo di Dio sulla terra è possibile solo con il libero arbitrio e le azioni delle persone.

Altrove nel libro Ritorno all’Islam, Khorasani considera l’instaurazione dell’Islam utile ed efficace solo nella sua forma pura e perfetta, e crede che stabilirne una parte da sola o mischiata con qualcosa al di fuori di esso, non solo non sia utile ed efficace, ma possa essere dannoso e pericoloso, e questo è contrario alla convinzione della maggior parte dei musulmani che pensano che stabilire anche una parte dell’Islam sia desiderabile ed efficace. Egli paragona l’Islam ad un unico sistema con componenti interconnessi, in cui se un componente non funziona, anche gli altri componenti perderanno la loro efficienza e l’intero sistema fallirà. Pertanto, i musulmani non hanno altra scelta che stabilire l’Islam completo nella sua forma più pura, e questo è possibile solo se il Califfo di Dio sulla terra lo insegna.

Un’altra questione fondamentale ed importante in questo libro è che l’autore considera l’attuazione dei limiti e delle punizioni Islamici subordinata all’attuazione di tutte le sentenze generali e politiche dell’Islam, e ritiene che la legislazione di questi limiti e punizioni sia stata fatta in vista del governo di Dio sulla terra, proporzionale al tempo ed al luogo in cui tutte le sentenze dell’Islam vengono attuate come deterrenti. Pertanto, l’attuazione di tali limiti e punizioni in un altro tempo e luogo non è giusta né proporzionale; soprattutto considerando che dal punto di vista dell’autore, le sentenze dell’Islam sono interdipendenti ed interconnesse e si condizionano a vicenda e sono influenzate l’una dall’altra. È chiaro che questo punto di vista, sebbene rappresenti una grande sfida per la giurisprudenza e la base per l’attuazione del diritto penale, sia anche un punto di vista completamente accademico, che trae origine dalle particolari basi intellettuali dell’autore.

In un’altra parte del libro Ritorno all’Islam, Mansoor Hashemi considera i disaccordi tra i musulmani, la sovranità di chiunque altro oltre a Dio, la mescolanza con nazioni e culture non Islamiche, l’emergere delle sette e la loro rivalità reciproca, il declino morale e la prevenzione da parte dei nemici come i più importanti impedimenti all’istituzione dell’Islam perfetto e puro fin dalla scomparsa del Profeta, pace e benedizioni di Dio su di lui e sulla sua famiglia, e discute di ciascuno di essi in dettaglio, con una prospettiva storica, patologica e trans-settaria.

Egli considera anche la tendenza agli Hadith come uno degli impedimenti alla conoscenza dell’Islam puro e perfetto ed alla sua istituzione da parte dei musulmani; perché a suo avviso, gli Hadith, nel senso di narrazioni congetturali provenienti dalla Sunnah del Profeta, pace e benedizioni di Dio su di lui e sulla sua famiglia, non hanno validità a causa dell’invalidità della congettura nell’Islam, ed affidarsi ad essi non è sufficiente per dedurre una credenza o una legge. Egli ritiene che non vi sia ragione di escludere la congettura derivante dagli Hadith dalle altre congetture; perché l’invalidità della congettura è una delle sentenze dell’intelletto che non accetta eccezioni. Pertanto, solo un Hadith mutawatir, i cui narratori sono numerosi e causano certezza, è valido, sebbene tali Hadith siano molto pochi e non abbastanza disponibili. Tuttavia, dal punto di vista dell’autore, la soluzione a questa difficile situazione non è riferirsi ad Hadith non mutawatir, ma riferirsi al Califfo di Dio sulla terra, e se non è possibile riferirsi a lui in questo momento, ciò è a causa della colpa delle persone nel realizzare i suoi preparativi, pertanto non hanno nessuna scusa per fare riferimento ad Hadith non mutawatir. Hashemi Khorasani crede che le persone si siano messe in una situazione disperata a causa della loro stessa colpa nel realizzare i preparativi necessari per accedere al Califfo di Dio sulla terra, e che questa situazione non sia stata imposta su di noi da Dio, per essere in conflitto con la Sua grazia. Tuttavia, crede che per loro sia possibile uscire da questa disperazione; perché il loro accesso al Califfo di Dio sulla terra sarà possibile quando la sua sicurezza sarà garantita da loro; in quanto la sua sovranità su di loro sarà possibile quando la loro richiesta, sostegno ed obbedienza a lui saranno garantiti da loro.

In un’altra parte del suo libro, Mansoor definisce l’Islam come sottomissione a Dio, che si manifesta nel riconoscimento del Suo ultimo Profeta. Egli crede che i seguaci di ciascun Profeta siano considerati musulmani fino a quando non viene da loro il Profeta successivo; ma quando il Profeta successivo viene da loro, se lo riconoscono, rimangono nel loro Islam, e se lo rinnegano, si allontanano dall’Islam. In questa parte del suo libro, dopo aver introdotto l’ultimo Profeta di Dio ed aver dimostrato la sua Profezia, l’autore spiega la posizione del Corano e della Sunnah, ed indica punti molto importanti e fondamentali a questo riguardo. Uno di questi punti è l’impossibilità di abrogare, specificare e generalizzare il Corano per mezzo della Sunnah; considerando che l’unico dovere della Sunnah è quello di spiegare il Corano e non può contraddirlo in alcun modo; poiché essa è congetturale nella maggior parte dei casi e non è capace di contraddire il Corano che è certo; piuttosto, nei casi mutawatir, essa non è nemmeno mutawatir come il Corano, e non può stare in una posizione uguale ad esso.

In un’altra parte del libro Ritorno all’Islam, l’autore considera la Sunnah del Profeta, pace e benedizioni di Dio su di lui e sulla sua famiglia, autentica, che può essere seguita per sempre, ma crede che l’accesso ad essa in modo sicuro sia stato possibile principalmente per le persone della sua epoca e non per le generazioni future. Pertanto, le generazioni future hanno bisogno di un’altra autorità per acquisire certezza sulla Sunnah del Profeta, pace e benedizioni di Dio su di lui e sulla sua famiglia, e quell’autorità è il Califfo di Dio sulla terra, che è considerato il successore del Profeta nell’attuare le sentenze di Dio e, naturalmente, come il Corano, è sempre disponibile per le persone. Dopo aver esaminato i testi islamici definitivi, inclusi i versetti del Corano e gli Hadith mutawatir del Profeta, pace e benedizioni di Dio su di lui e sulla sua famiglia, l’autore dimostra a tutti i musulmani in modo elaborato e convincente, libero da ogni orientamento settario, che i Califfi dopo il Profeta, pace e benedizioni di Dio su di lui e sulla sua famiglia, sono dodici persone del suo Ahl al-Bayt, i primi tre dei quali sono Ali, Hasan e Husain e l’ultimo di essi è Mahdi. Quindi esamina la posizione del Mahdi ed il suo ruolo nella realizzazione dell’ideale dell’Islam, che è la giustizia globale, ed a questo proposito, menziona alcuni accurati e profondi dettagli che sono completamente nuovi e senza precedenti. Ad esempio, a differenza di altri, che credono che la creazione e l’avvento del Mahdi dipendano in primo luogo dalla volontà e dall’azione di Dio e siano soggetti alla Sua saggezza e convenienza, egli crede che essi dipendano in primo luogo dalla volontà e dall’azione delle persone e siano soggetti al loro libero arbitrio e disponibilità, ed afferma in modo esplicito e deciso che il loro accesso al Mahdi è possibile, pertanto loro dovrebbero solo pensare a proteggerlo, sostenerlo ed obbedirgli, e non dovrebbero occuparsi di proteggere, sostenere ed obbedire persone diverse da lui, chiunque esse siano.

Nella parte finale del suo libro, Hashemi spiega il principio più importante dell’Islam, che è il monoteismo, e lo divide in tre parti: monoteismo nella creazione, monoteismo nella legislazione e monoteismo nel giudizio o sovranità, e spiega ciascuno di essi in dettaglio. Quindi, introduce i restanti principi di credenze e di fondamenti delle sentenze Islamiche, ne ridefinisce ciascuno di essi con un metodo distinto e particolare, ed apre nuove porte ai giuristi su Zakat, Hajj e Jihad, da ciascuno dei quali si aprono nuove porte ancora.

In questo modo, egli ridefinisce le credenze e le sentenze dell’Islam, affidandosi alle chiare leggi dell’intelletto e basandosi su precisi testi religiosi, che non sono altro che i versetti del Corano e gli Hadith mutawatir del Profeta, pace e benedizioni di Dio su di lui e sulla sua famiglia, e presenta una nuova e distinta comprensione di esso, che può essere considerata una scuola ed un’ideologia Islamica, in grado di rivoluzionare l’atteggiamento e l’approccio dei musulmani del mondo e di preparare le basi per la loro unità e vicinanza reciproca nel prossimo futuro e per maggiori e fondamentali cambiamenti nelle loro strutture politiche e culturali.

Raccomandiamo a tutti i musulmani del mondo, in particolare agli studiosi, di studiare questo importante ed influente libro, e ci aspettiamo che loro ed i funzionari dei paesi Islamici mostrino la necessaria pazienza e tolleranza di fronte ad esso, osservando la libertà di pensiero e di espressione, aderendo all’etica Islamica ed all’etichetta accademica, e per evitare frettolosi ed irrazionali confronti con pensieri e pensatori.

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