Secondo la supposizione di questo gruppo chiamato “Sofisti”, la verità è quella che l’essere umano considera come verità, e la può dimostrare anche con la forza della polemica. Ciò significa che la verità non ha un’esistenza fissa e indipendente dall’essere umano, ma cambia in base alla cognizione che l’essere umano ha di essa. In altre parole, la cognizione dell’essere umano non dipende dalla verità, ma la verità dipende dalla cognizione dell’essere umano, e se l’essere umano non riconosce alcuna verità, in realtà non esiste nessuna verità!

[Gli Antropocentristi]

Forse questo “sofismo” è una sorta di antropocentrismo che ancora oggi governa il mondo della miscredenza[1]; perché oggi, sotto l’influenza di filosofi atei come Machiavelli (morto nel 1527 d.C), che furono eredi dei Sofisti, il mondo della miscredenza ha subordinato i valori morali ai propri desideri e ha presentato nuove definizioni di concetti fondamentali, che sono differenti dalle loro definizioni naturali e storiche. Ad esempio, nel loro lessico, la giustizia e la libertà hanno trovato nuovi significati che sono basati più che altro sul relativismo nella loro visione del mondo. Secondo loro, proprio come i Sofisti, la verità è subordinata alla loro opinione, e tutto ciò che è compatibile con i loro interessi è buono, tutto ciò che non è compatibile con i loro interessi è cattivo! È chiaro che quest’antropocentrismo è un movimento contro il teismo, e che coloro che l’hanno fondato non credevano in Dio; perché nella visione divina del mondo, Dio è l’origine della verità e l’essere umano è considerato subordinato alla verità, mentre nella visione ateistica del mondo, l’essere umano è l’origine della verità e Dio non ha alcun ruolo in essa. In altre parole, la credenza nell’unità della verità è un credo monoteistico che deriva dalla credenza nell’unità di Dio come origine della verità, mentre la credenza nella pluralità della verità è un credo politeistico che deriva dalla negazione dell’unità di Dio e dalla credenza in numerose origini per la verità.

[I Musawwibah]

Pertanto, non c’è da meravigliarsi che questa corrente esista tra i miscredenti.